DOP Basilicata

Vulture

Il Vulture è una Denominazione di Origine Protetta (DOP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Basilicata.

Varietà

L’Olio Extravergine di Oliva Vulture DOP è ottenuto dalla frangitura delle olive delle seguenti varietà: per almeno il 70% cultivar “Ogliarola del Vulture”; possono concorrere altresì le seguenti varietà: “Coratina”, “Cima di Melfi”, “Palmarola”,“Provenzale”, “Leccino”, “Frantoio”, “Cannellino”, “Rotondella”, in misura non superiore al 30%, da sole o congiuntamente.

Coltivazione

La coltivazione degli oliveti destinati alla produzione dell’Olio Extravergine di Oliva Vulture DOP deve essere quella tradizionale, tipica della zona, tale da conferire all’olio le specifiche, caratteristiche qualitative ed in particolare i sesti di impianto e le forme di allevamento sono quelli tradizionali in uso nella zona di produzione.

Per i nuovi impianti i sesti consentiti saranno i seguenti: 5×5; 5×6; 6×6; 6×7; 7×7, mentre sarà conservata la tipica forma di allevamento a vaso basso.
La potatura sarà manuale con la possibilità di utilizzare attrezzi pneumatici che agevolano le operazioni.
La difesa fitosanitaria consentita contro la mosca delle olive “Dacus oleae” e la tignola “Prais oleae” è attuata nel rispetto dei disciplinari per la lotta integrata della Regione Basilicata.
La lotta alle infestanti deve essere effettuata solo con le lavorazioni meccaniche ed è vietato l’uso del diserbo chimico.

La produzione massima di olive non può superare le otto tonnellate per ettaro.
La resa massima in olio non deve superare il 20% del péso del prodotto conferito.

La raccolta deve essere effettuata a partire dall’inizio dell’invaiatura, fino al 31 di dicembre.
La raccolta deve essere eseguita manualmente tramite brucatura e pettinatura, o meccanicamente con agevolatrici e scuotitori in ogni caso devono essere utilizzate le reti per agevolare la raccolta.
Tuttavia e vietata la raccolta delle olive cadute naturalmente sul terreno e quella sulle reti permanenti
E’ vietato altresì l’uso di cascolanti.

Il trasporto delle olive al frantoio deve avvenire nella stessa giornata di raccolta in cassette di plastica fessurate contenenti fino a Kg 25 di olive oppure in bins (cassoni di plastica fessurati contenenti fino a 400 kg di olive), per permettere la circolazione dell’aria ed evitare danni alle drupe.
La fase di conservazione delle olive nel frantoio deve essere limitata il più possibile, non superare le 24 ore e deve avvenire m modo da garantire l’aereazione delle olive.

Produzione

Per la molitura delle olive e l’estrazione dell’olio sono ammessi solo processi meccanici e fisici; è vietato ricorrere a prodotti ad azione chimica, biochimica e meccanica, quali l’uso del talco, non è consentita la doppia centrifugazione della pasta di olive senza interruzione, denominato metodo del ripasso.
La gramolatura dovrà essere effettuata alla temperatura massima di 27°C per una durata di 40 minuti al massimo. Tutte le gramolatrici devono essere fornite di adeguato termometro per la rilevazione della temperatura della pasta di olive.

L’olio deve essere conservato nella zona di produzione, in locali poco illuminati, in serbatoi di acciaio inox o posture interrate rivestite in acciaio inox, piastrelle in gres porcellanato, vetro o vernice epossidica.
La temperatura di conservazione non deve superare i 18° C e non deve scendere al di sotto di 10° C.
La commercializzazione deve avvenire in contenitori di vetro o di banda stagnata di capacità non superiore a cinque litri.
Inoltre, il prodotto può essere confezionato in bustine monodose.

Tutte le operazioni, ossia la produzione e la trasformazione delle olive, la conservazione dell’olio, riguardanti il prodotto Vulture DOP devono essere effettuate nell’ambito della zona di produzione.
Il condizionamento può avvenire nella zona di produzione e fuori della stessa: in ogni caso deve essere garantito il controllo e la tracciabilità riportando sempre sulle bolle di trasferimento il lotto dell’olio ed il frantoio di produzione.
È consentito l’ottenimento dell’olio extravergine Vulture DOP con metodo biologico.

Caratteristiche territoriali

L’area geografica delimitata è caratterizzata e conosciuta con il nome del monte “Vulture”, un vulcano spento situato nell’area centrale dell’Appennino meridionale a circa 60 km dal mare.
I terreni coltivati ad oliveto per la produzione dell’olio “Vulture” sono situati sulle pendici del Vulture esposte ad est – sud/est, poiché il monte influenza il microclima e protegge gli oliveti dai venti freddi invernali.
I territorio delimitato si estende fra un’altitudine s.l.m. tra i 400 e i 700 metri ed ha un microclima particolare caratterizzato da una situazione di tipo continentale con inverni in genere lunghi e freddi, ed estati brevi e spesso secche.

Le precipitazioni medie raggiungono i 750 mm per anno con punte fino a 1000 mm nelle zone più interne.
Sono per lo più concentrate nel periodo autunno invernale, con una buona presenza all’inizio della primavera; ma non mancano precipitazioni anche nella primavera inoltrata ed in estate.

La temperatura media annua oscilla fra i 14 ed i 15°C ed i mesi più freddi sono gennaio e febbraio con temperature medie di 4 – 6°C e che spesso scendono anche sotto lo zero: trattasi di condizioni climatiche al limite della sopravvivenza dell’olivo le cui coltivazioni confinano, nella parte più alta, con il castagno.
Il clima piuttosto freddo della zona di produzione determina, come dimostrato da numerosi autori, un maggior contenuto di polifenoli nell’olio.

I terreni di origine vulcanica sono particolarmente fertili per la derivazione da tufi vulcanici leucitiferi, ben forniti di anidride fosforica, potassa e calce, a cui va aggiunta una buona dotazione di sostanza organica di circa il 6%.
Secondo ricerche condotte dall’Università della Basilicata, da Metapontum Agrobios e dalla stessa Regione Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale i terreni del Vulture sono ricchi di potassio scambiabile (mediamente superiore a 450 ppm), di calcio scambiabile (mediamente superiore a 3.000 ppm), di magnesio scambiabile (mediamente superiore a 170 ppm).
Il potassio nella pianta si trova principalmente nelle cavità cellulari in forma ionica ed interviene nella formazione dei glucidi e protiti, nei processi di assimilazione, di respirazione e di movimento dell’acqua nella pianta. Ulteriore elemento che caratterizza il territorio e la denominazione è la presenza della varietà “Ogliarola del Vulture”, varietà autoctona che nei secoli naturalmente e con l’aiuto degli olivicoltori si è selezionata occupando l’area geografica delimitata: la varietà non ha potuto espandersi a più elevate altitudini per i rigori dell’inverno e nelle zone più calde data la presenza di varietà più produttive con piante di maggiore vigoria e più resistenti alle alte temperature.
Infatti è stato dimostrato da diversi autori che esiste una correlazione tra l’origine della varietà e la tolleranza alle temperature: le varietà native di località più fredde mostrano una minore tolleranza alle alte temperature, mentre le varietà native di località più calde sono più tolleranti e viceversa.
Di conseguenza l’Ogliarola del Vulture occupa solo il territorio di produzione dell’olio Vulture DOP.

Nel Vulture, l’olivo non è solo risorsa produttiva ma anche un elemento che caratterizza l’identità paesaggistica ed ambientale del territorio, proteggendo lo stesso territorio dalle calamità atmosferiche da cui spesso, purtroppo questo territorio è colpito. Occupando le pendici esposte ad est-sud del Monte Vulture, di fatto l’olivo occupa terreni in pendenza e l’azione di protezione del suolo da parte di questo albero è importante quanto quella del bosco in montagna.
Un’azione a difesa della stabilità idrogeologica del territorio e degli insediamenti umani occupando terreni che a causa della loro pendenza non sarebbero utilizzabili per altre coltivazioni.
La coltivazione su terreni in pendenza, il numero di piante per ettaro da 270 a 300, l’allevamento a vaso a due o più branche, la raccolta a mano con l’ausilio di agevolatrici, il trasporto delle olive in contenitori fessurati, la coltivazione superficiale del terreno, l’eliminazione delle erbe infestanti con la coltivazione del terreno e senza l’uso di diserbanti, la potatura praticata ogni anno o al massimo ad anni alterni sono elementi specifici dell’olivicoltura del Vulture.

Storia e curiosità

Nell’area del Vulture l’olivo è presente dall’antichità come emerge dai diversi documenti storici reperibili presso l’Archivio di Stato di Potenza dove sono conservate diverse statistiche e relazioni storiche che descrivono il territorio e la coltivazione dell’olivo.
Da questa documentazione si rileva la presenza da epoca remota dell’olivo e della produzione dell’olio nell’area del Vulture, nonché l’evolversi di questa produzione che, progressivamente, ha acquisito una sempre maggiore importanza nel contesto economico del territorio.

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