DOP Lazio

Peperone di Pontecorvo

Il Peperone di Pontecorvo è una Denominazione di Origine Protetta (DOP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Lazio.

Caratteristiche

La denominazione di origine protetta Peperone di Pontecorvo designa i frutti riferibili alla specie “Capsicum annum” ecotipo locale “Cornetto di Pontecorvo”.

All’atto dell’immissione al consumo il Peperone di Pontecorvo deve presentare le seguenti caratteristiche:
– Frutto: intero, trilobato;
– Colore: rosso, sono ammesse striature verdi fino al 40% della superficie;
– Forma: cilindro-conica allungata;
– Peso della bacca: superiore a 150 gr. per l’extra o da 100 a 150 gr per la 1 scelta;
– Lunghezza della bacca: superiore ai 18 cm. per l’extra o da 14 cm a 18 cm per la 1 scelta;
– Polpa: sottile;
– Cuticola: più sottile rispetto ad altri prodotti corrispondenti allo stesso genere merceologico;
– Sapore: dolce.

Coltivazione

La propagazione del Peperone di Pontecorvo avviene per seme.
La produzione del seme viene eseguita direttamente in azienda da parte degli agricoltori mediante selezione fenotipica (ottenimento del seme dalle piante migliori).

La semina viene effettuata in semenzaio nel periodo compreso tra il 15 febbraio e il 15 aprile.
Il trapianto delle piantine in pieno campo viene eseguito manualmente o meccanicamente dopo 30-50 giorni dall’emergenza.
Il sesto d’impianto è di 70-90 cm tra le file e 25-40 cm sulla fila, per un investimento non superiore alle 40.000 piante ad ettaro.
È ammessa la coltura in ambiente protetto (tunnel localizzati) che deve essere tolta entro il 31 maggio di ciascuno anno.

La coltura di Peperone di Pontecorvo non può succedere, in uno stesso appezzamento, a se stessa, ne ad altre solanacee, prima di 3 anni.
La concimazione della coltura del peperone deve essere impostata con riferimento alle successioni di cicli colturali dell’intera annata agraria.
La lotta alle malerbe viene effettuata con tecniche ecocompatibili quali: mezzi fisici o mezzi manuali.
Tuttavia è consentito l’impiego di diserbanti registrati e consentiti dalla normativa vigente, sia in fase di pre-trapianto che in fase di post-trapianto.
Il fabbisogno idrico della coltura del Peperone di Pontecorvo è assicurato da apporti idrici
compresi tra 400 a 600 m3 /ha mediante diversi sistemi, quali: aspersione, scorrimento laterale, a goccia, con turni variabili a seconda dell’andamento climatico e della tessitura del terreno.

La raccolta deve essere manuale ed eseguita scalarmene durante il periodo che va dal 1 luglio al 30 novembre.
I frutti, all’atto della raccolta, devono essere adagiati in contenitori, evitando che durante tale operazione si verifichino sfregamenti con conseguente rottura dei tessuti e fuoriuscita di succhi cellulari.
Il prodotto dopo la raccolta non va esposto al sole.
Per questi motivi il condizionamento deve avvenire all’interno dell’areale di produzione individuato all’art:3 del presente disciplinare di produzione. La produzione massima di Peperone di Pontecorvo è di 25 t/ha.

Caratteristiche territoriali

Le peculiarità che distinguono il Peperone di Pontecorvo dagli altri appartenenti alla stessa specie merceologica sono l’elevata sapidità, la buccia sottile associata ad un’alta digeribilità.
Altra particolarità, non certo di minore importanza, è la quantità di buccia che rimane in bocca alla fine della masticazione decisamente inferiore rispetto a tutti gli altri prodotti dello stesso genere.

Queste caratteristiche sono strettamente legate alle condizioni pedo-climatiche dell’area.
Il peperone, nella zona interessata, viene coltivato in terreni tendenzialmente sciolti e con buon contenuto di argilla, con presenza di calcare, a reazione neutra leggermente alcalina, molto profondi, permeabili e ben drenanti in modo da permettere un rapido smaltimento degli eccessi idrici.
L’origine alluvionale dei terreni, le caratteristiche chimico-fisiche, nonché la buona fertilità degli stessi e le condizioni climatiche di piovosità della zona geografica, rendono possibile la coltivazione di un prodotto con una elevata sapidità.

Ai fattori naturali si associa il contributo offerto dal lavoro degli operatori locali che hanno saputo selezionare di anno in anno le bacche migliori, producendo giovani piantine in semenzai accuratamente preparati e scegliendo per queste le cure colturali più adatte.
La selezione operata dall’uomo nel tempo ha portato ad esaltare la caratteristiche relativa alla sottigliezza della buccia del Peperone di Pontecorvo e a farlo apprezzare per la sua elevata digeribilità.

Storia e curiosità

Elementi storici che attestano la vocazionalità dell’area alla coltivazione, produzione, commercializzazione e consumo di Peperone di Pontecorvo sono numerosi.
Nel 1830, quando il principato di Pontecorvo ricadeva nel dominio della Santa Sede se ne ritrova traccia in un opuscolo in cui si riporta tra le colture orticole, la produzione di peperone di Pontecorvo.
In un articolo del 1873 riguardante la proposta Daziana nel Comune di Pontecorvo si rivendica il diritto di piazza per la vendita di capsicum (peperone). L’Inchiesta Jacini del 1882, riporta la presenza, tra le coltivazioni degli orti locali e dell’intera circoscrizione, del peperone e nell’analisi delle abitudini alimentari della popolazione specifica come gli stessi siano considerati dai contadini un “”gradito companatico ……..”. La nascita del Consorzio Agrario, nel maggio del 1889, dà un efficace contributo alla coltivazione del peperone.
Nell’attività economica della provincia di Frosinone nell’anno 1929, secondo “Agricoltura” edito a cura del Consiglio Provinciale dell’Economia di Frosinone” si evince che la superficie investita a peperone è pari a 30 ha.

Non mancano testimonianze fotografiche come la foto raffigurante le vasche di piatinaio e trapianto di peperoni presenti nel libro “Per l’orticoltura del Lazio” di Guzzini-Gherardi del 1939-40.
A tutto questo si aggiunge il lavoro sapiente e caparbio dell’uomo che selezionando bacche migliori di anno in anno, producendo giovani piantine nei semenzai accuratamente preparati, scegliendo le cure colturali più adatte, in un contesto pedo-climatico particolarmente favorevole ha fatto si che si perfezionasse un ecotipo particolare individuato dai consumatori come Peperone diPontecorvo.

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