IGP Piemonte

Marrone della Valle di Susa

Il Marrone della Valle di Susa è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Piemonte.

Caratteristiche

La denominazione Marrone della Valle di Susa designa il frutto ottenuto da 5 ecotipi locali corren­ temente indicati con il nome del comune di provenienza cioè: Marrone di San Giorio di Susa, Marrone di Meana di Susa, Marrone di Sant’Antonino di Susa, Marrone di Bruzolo e Marrone di Villar Foc­ chiardo.

All’atto dell’immissione al consumo deve possedere le seguenti caratteristiche:
– numero di frutti per riccio non superiore a tre;
– forma ellissoidale, apice poco pronunciato con presenza di tomento terminante con pericarpo di colore marrone-avana tendente al rossiccio con striature di colore più scuro in numero variabile di 25-30;
– episperma di colore nocciola scamosciato poco invaginato e che si separa facilmente dal seme;
– cicatrice ilare di forma ellittica che tende al rettangolare con dimensioni tali da non debordare sulle facce laterali, piatta e di colore più chiaro del pericarpo con residua pelosità al contorno; raggiatura stellare medio-grande evidente; pez­ zatura medio-grossa con non più di 85 frutti/kg;
– seme, uno per frutto, presenta polpa bianca o bianco-crema, croccante e di gradevole sapore dolce con superficie quasi priva di solcature.

Coltivazione

Nella zona geografica identificata devo avvenire le operazioni di raccolta, cernita, pulizia, calibratura e curatura.
Il prodotto che non viene immesso sul mercato entro 30 giorni dalla raccolta subisce il trattamento di curatura.
La curatura dei frutti serve al mantenimento della serbevolezza del prodotto e deve essere eseguita esclusivamente mediante acqua, sia a freddo con immersione in acqua a tempe­ ratura ambiente per un periodo dai 2 agli 8 giorni; sia a caldo, consistente nell’immersione dei frutti in acqua calda a 48 °C per 50 minuti e successivamente tenuti in acqua fredda per altri 50 minuti. Tale processo non danneggia le caratteristiche tipiche del prodotto.

L’immissione al consumo del Marrone della Valle di Susa deve avvenire con le seguenti modalità: prodotto confezionato in sacchetti in rete nelle confezioni da 1-2-2,5-3, 10 kg ed in sacchi per le confezioni da 5-10-25 e 50 kg chiusi ermeticamente.
Il prodotto fresco può essere immesso al con­ sumo a partire dal 25 settembre dell’anno di produzione.

Caratteristiche territoriali

La ricchezza in scheletro e sabbia dei suoli, la giacitura a franapoggio degli strati rocciosi e la pendenza influiscono nel bilancio idrico della Valle di Susa e di conseguenza anche sui castagneti.
L’andamento climatico è caratterizzato da precipitazioni non molto elevate per la posizione della Valle incuneata tra le valli Sangone e Lanzo e con il massiccio dell’Orsiera a sud che ostacola l’afflusso delle masse di aria umida di origine mediterranea.
Queste caratteristiche geologiche e pedologiche del territorio segusino permettono ai castagneti da frutto di vegetare nelle migliori condizioni tanto che le piante appaiono vigorose conferendo poi ai frutti quelle qualità organolettiche tipiche.

Le caratteristiche peculiari del prodotto si individuano nel colore e croccantezza della polpa, nel sapore dolce e profumato, nella pezzatura medio grossa.
Queste caratteristiche rendono il Marrone della Valle di Susa un prodotto da sempre molto appezzato sul mercato interno ed estero.

Il riconoscimento Indicazione Geografica Protetta per il Marrone della Valle di Susa viene richiesto soprattutto per l’indubbia reputazione di cui gode da secoli questo prodotto.
Nella Valle di Susa, infatti, si hanno notizie circostanziate a partire dal 1200 della coltivazione dei castagneti da frutto.

Merita di essere ricordato il «Castagneretum di Templeris», situato tra i comuni di Villarfocchiardo e San Giorio di Susa, appartenente all’ordine dei Templari, ove ancora oggi vi sono le più antiche ceppaie.
Nel Medioevo il castagno ebbe un ruolo fondamentale nell’economia locale perché la raccolta delle castagne garantiva un lavoro alquanto remunerativo ed assicurava una fonte alimentare insostituibile.
Successivamente la coltura si diffuse mediante la promozione fatta dalle istituzioni monastiche che costituirono estesi castagneti in tutta la Valle di Susa utilizzando gli ecotipi locali e che ancora oggi producono un marrone molto pregiato e molto richiesto, adatto al consumo fresco e alla produzione di Marrons glacées.
I documenti che attestano la storicità del Marroni della Valle di Susa sono molteplici e molti sono ordinativi di prodotto da parte di note aziende italiane ed estere di trasformazione.
I più vecchi ordinativi risalgono alla fine dell’800.

Al Marrone della Valle di Susa sono stati dedicati diversi articoli su riviste tecniche, e su settimanali locali.
Il Marrone della Valle di Susa è inserito nel Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino.
Inoltre negli ultimi quaranta anni il Marrone della Valle di Susa è protagonista assoluto di una Sagra di grande successo che attualmente richiama circa 50 000 visitatori.

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