PAT Sardegna

Mandorle Cossu

Alberi di limitata vigoria, a portamento mediamente assurgente, con rami di 1-2 anni piuttosto robusti e radi.

Foglie piuttosto grandi (lunghezza media 73 mm, larghezza media 22 mm, di forma ellissoidale-allungata.

Fiori di medie dimensioni (diametro medio 35 mm); i petali sono arrotondati, completamente bianchi in antesi.

Nei frutti il mallo è di colore verde con riflessi giallastri e stacca con facilità. L’endocarpo è di medie dimensioni di forma ellissoidale breve, piuttosto duro, con superficie leggermente rugosa, con pori piuttosto ampi, rotondi e mediamente numerosi e con solchi nella zona basale; la base è incavata, l’apice sub-arrotondato e terminante in un piccolo mucrone diritto; il dorso è incurvato, il ventre è carenato; la sezione trasversale è ellissoidale; lo spessore massimo è prevalentemente centrale.

Le mandorle in guscio sono lunghe in media 34 mm, larghe 26 mm, spesse 18 mm e pesano circa 7 gr ciascuna. Il seme è dolce, di forma ellissoidale breve, lungo in media 22 mm, largo 15 mm e spesso 7 mm. Cento semi pesano circa 160 gr.

La cultivar Cossu è risultata autoincompatibile. Essa va sempre più affermandosi per la sua produttività, per la costanza di fruttificazione e per le caratteristiche organolettiche del prodotto (pezzatura, bassa percentuale di semi gemellari pari a circa il 2-3%, nonché per la sua rispondenza alle esigenze dell’industria della confetteria). La resa è in media pari al 20%.

Le mandorle Cossu possono essere consumate direttamente, tostate o crude, ma trovano soprattutto impiego nel comparto dolciario tradizionale della Sardegna (torrone, amaretti, gueffus, candelaus, ecc.) costituendone spesso l’ingrediente di base. Oggi, si tende sempre più ad utilizzare mandorle importate dall’estero perché risultano economicamente più convenienti; tuttavia, questa utilizzazione comporta un abbassamento di qualità in termini di gusto (un tempo mix di varietà) e di durata dei dolci a base di mandorle (le varietà sarde hanno un minor contenuto di acqua ed un maggior contenuto di olio – i semi contengono oli, in percentuale variabile dal 38 al 58%). Occorre pertanto assicurare di nuovo al comparto dolciario la regolare fornitura di prodotto locale indispensabile per il mantenimento della tipicità.

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