IGP Lazio

Kiwi Latina

Il Kiwi di Latina è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Lazio.

Caratteristiche

Frutti della specie botanica Actinidia deliciosa, cultivar Hayward, destinati ad essere fomiti allo stato fresco al consumatore.

Il frutto ha forma-cilindrica-ellissoidale con altezza superiore al diametro, buccia di colore bruno chiaro con fondo verde chiaro, tomentosità morbida, calice leggermente infossato; polpa verde smeraldo chiaro, columella biancastra, morbida, circondata da una corona di piccoli e numerosi semi neri.

I frutti selezionati per la commercializzazione, tenuto conto delle disposizioni specifiche previste per ciascuna categoria e delle tolleranze ammesse, devono essere:
– interi (ma senza peduncolo);
– sani, sono comunque esclusi i prodotti affetti da marciume o che presentino alterazioni tali da renderli inadatti al consumo;
– puliti, praticamente privi di sostanze estranee visibili:
– sufficientemente sodi, né molli, né avvizziti, né impregnati di acqua:
– ben formati; sono esclusi i frutti doppi o multipli;
– praticamente privi di parassiti;
– praticamente privi di danni provocati da parassiti;
– privi di umidità estema anormale:
– privi di odore e/o sapore estranei.
– devono avere un grado di maturazione minimo pari a 6,2 Brix al momento della raccolta e commercialmente sono classe.

Coltivazione

Gli impianti sono realizzati con piante innestate su Franco, di 1 anno di innesto, oppure con piante autoradicate sempre di un anno di moltiplicazione.

Le forme di allevamento adottate sono:
– il tendone: distanza di impianto 4-5 m x 4-5 m;
– pergoletta: distanza di impianto 5 m x 3-5 m.

Il terreno, a seconda della natura fisica, è coltivato nelľinterfilare e diserbato lungo il filare, oppure inerbito con taglio periodico della vegetazione erbacea.
La dotazione naturale di acqua è integrata dalla irrigazione praticata mediante la tecnica della aspersione o nebulizzazione sottochioma.
I volumi irrigui variano da 6000 a 8000 m /ha/anno.

La raccolta del frutto, senza il peduncolo, avviene tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Questa, coincide con un grado Brix superiore al valore di 6.2°C e la durezza (con puntale di 8 mm) non inferiore a 6 kg.
La potatura invernale è fatta in modo da lasciare 100-120.000 gemme per ettaro.
Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio si effettua il diradamento che provvede sia ad eliminare i frutti multipli che quelli deformi e con difetti di buccia in modo da lasciare per un totale di 800-1000 frutti per pianta.
Il limite massimo di produzione per ettaro deve essere non superiore a 330 quintali.

Caratteristiche territoriali

Il clima è temperato-umido, simile a quello della zona di origine della specie (area della Cina dello Yang Tzechiang) caratterizzato da una temperatura media di 13-15 C, da una minima-media di 8-10 C, da una massima media di 28-30 C e una umidità relativa media, nei mesi estivi, del 75-80%, assenza di gelate precoci che consente di raccogliere i frutti al giusto grado di maturazione (mediamente 6,5 Brix, e, in ogni caso, mai inferiore ai 6,2 Brix) sia per il raggiungimento delle migliori caratteristiche qualitative che per la ottimale conservazione frigorifera fino ai mesi di maggio/giugno e il raggiungimento di un grado zuccherino al consumo non inferiore a 12° Brix, con durezza non superiore a 3 kg misurata con puntale da 8 mm.

Scarsissima incidenza di danni da gelate invernali e primaverili che, in altre aree del Paese, provocano importanti riduzioni della produzione nelle stagioni seguenti non consentendo la continuità di approvvigionamento nel tempo.
Elevata radiazione luminosa globale che caratterizza l’area pontina e consente di raggiungere più precocemente il grado di maturazione ottimale per la vendita.

I suoli dell’area di coltivazione sono di origine alluvionale, vulcanica-rimaneggiata, poggianti su sottosuoli pozzolanici e tufacei caratterizzati da elevata fertilità e si sono dimostrati, da subito, particolarmente adatti alla coltivazione dell’actinidia.

L’area dove l’Actinidia si è insediata aveva una lunga tradizione di coltivazione dell’uva da tavola, specie che, come l’Actinidia ha un portamento sarmentoso che richiede una struttura di sostegno e una tecnica di coltivazione molto simile.
Ciò ha consentito un facile adattamento alle tecniche più idonee alla nuova coltura e l’ottenimento di un prodotto tipico di elevate qualità.

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