IGP Basilicata

Fagiolo di Sarconi

Il Fagiolo di Sarconi è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Basilicata.

Caratteristiche

La Indicazione Geografica Protetta Fagioli di Sarcon” è riservata agli ecotipi di cannellino e di borlotto noti localmente con gli appellativi: alle varietà di cannellino, “fasuli russi”, “tovagliedde rampicanti”, “fasuli russi”, “verdolini”, “napulitanu vasciu”, “napulitanu avuti”, “ciuoti o regina”, “tabacchino”, “munachedda”, “nasieddo”, “maruchedda”, “san michele”, “muruseddu”, “truchisch”, “cannellino rampicante”.

I fagioli ad Indicazione Geografica Protetta Fagioli di Sarconi, con l’eventuale specificazione del nome o dell’ecotipo locale, possono essere prodotti come baccelli da sgranare allo stato fresco o a piena maturazione per la granella secca.

Varietà

I fagioli ad Indicazione Geografica Protetta Fagioli di Sarconi possono essere immessi sul mercato con le seguenti modalità:
– Baccelli verdi;
– Baccelli da sgusciare (maturità cerosa);
– Granella a maturità (prodotto secco) e rispondenti alle caratteristiche tipiche di ogni ecotipo e varietà.

Coltivazione

Le tecniche di coltivazione devono attenersi alle modalità di seguito riportate:

Cannellino e Borlotto

Preparazione del terreno nel periodo aprile-maggio da eseguirsi con l’ausilio di trattrice dotata di monovomere o bivomere su ampie superfici e motocoltivatore su piccole aree ad una profondità compresa tra 30 e 50 cm, seguita da amminutamento delle zolle con frangizolle o fresa.

La semina è scalare, dalla terza decade maggio fino a metà luglio;
Avviene manualmente o con seminatrice meccanica, alla profondità di 4-7 cm, generalmente a file distanti da 50 a 70 cm e con i semi sulla fila a 7-8 cm.

Ecotipi locali nani e rampicanti

Preparazione del terreno nel periodo giugno-luglio da eseguirsi con l’ausilio di trattrice dotata di monovomere o bivomere su ampie superfici e di motocoltivatore su piccole aree ad una profondità compresa tra 30 e 50 cm, seguita da amminutamento delle zolle con frangizolle o fresa.

Per i sostegnivengono usate pertiche di castagno, canne, rete, filo di ferro.
La concimazione viene fatta con naturalmente con letamazione con 40Q-500 q.li/ha o chimicamente con 40-50 kg di azoto, occasionalmente e solo in ambienti freddi, somministrandolo alla semina per ovviare alle difficoltà di assorbimento del “rizobium” nelle prime fasi di crescita delle piante.80-110 Kg/ha di perfosfato minerale in pre- semina e circa 100 Kg/ha di solfato di potassio in pre-semina.

Tra i metodi difesa sono da privilegiare quelli agronomici attraverso:
– uso di seme non infetto;
– distruzione dei residui colturali infetti;
– rotazione delle superfici utilizzate.
I metodi chimici di difesa sono da evitare.
In casi eccezionali si può intervenire con prodotti a base di rame e anticrittogamici per la concia dei semi.

L’irrigazioni può avvenire con:
– interventi irrigui: ripetuti, strettamente variabili in funzione del fabbisogno della pianta e in relazione all’andamento climatico e alle caratteristiche di giacitura del terreno;
– sistemi di irrigazione: per aspersione , per scorrimento e raramente a goccia. Diserbo
– tipo: sarchiatura meccanica tra le file e manuale sulle file. Solo in casi di elevati inerbimenti si può intervenire con prodotti chimici autorizzati per il fagiolo.

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