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Cipolla di San Giovanni

La cipolla di San Giovanni si distingue per le dimensioni e il peso considerevole.

Il bulbo è di forma appiattita-sferica, con diametro dai 15 ai 30 cm, leggermente schiacciato alla radice e all’attacco del cosiddetto collo.

Il colore della tunica esterna vira dal bianco al viola chiaro medio, mentre il peso varia dai 400 grammi fino ai due chili circa.
Una ulteriore caratteristica distintiva è la presenza di foglie verde scuro, piuttosto sviluppate, carnose e lunghe sino a 50 cm che tradizionalmente erano impiegate, ad esempio, nelle frittate di uova.

Il collo delle guaine fogliari si presenta grosso, tozzo, mentre la tunica esterna è sottile e decisamente aromatica. Dal punto di vista organolettico ha un sapore dolce, saporito ma fine, adatto al consumo fresco, crudo e cotto.

Il prodotto è raccolto soprattutto per il consumo fresco; i bulbi dopo essere stati ripuliti dalle radici e anche da gran parte delle foglie, sono confezionati in cassette e venduti sfusi in azienda, presso mercati e negozi locali e nei ristoranti tipici e agriturismo locali.

Spesso le foglie attaccate al bulbo sono impiegate per confezionare le tradizionali trecce di cipolloni da appendere in luogo fresco e asciutto dell’abitazione generalmente per l’autoconsumo familiare.

Anche i bulbi a maturazione vengono sistemati in cassette di plastica e venduti sfusi.

È una pianta molto resistente, e teme solo il freddo, per cui d’inverno il suo accrescimento è notevolmente ridotto.

Le cipolle (piantine o bulbilli) sono piantate in file, a regolare distanza, e annaffiate, in minima quantità, perché così è la pianta risulta meno soggetta al contagio di malattie fungine.

Tradizionalmente le cipolle di San Giovanni non si annaffiavano ma venivano zappettate frequentemente perché così il terreno risultava più umido e si sviluppavano meglio.

Si piantano da metà/fine ottobre sino a gennaio e si raccolgono da metà maggio in poi, soprattutto nel periodo a ridosso di San Giovanni Battista, secondo la stagione (più o meno fredda, siccitosa ecc.).

Per la propagazione, alcuni si fanno il seme, altri comprano direttamente le piantine da trapiantare ma sempre da compaesani, che hanno seme conservato da decenni. La semenza della cipolla in paese è conservata almeno da 40, 50 anni secondo più di un testimone, ereditata dai nonni.

La cipolla è una pianta biennale quindi dopo la fioritura si conservano i semi del fiore (scapo fiorale) di piante elette, che a fine estate si seminano in semenzai per poi poter trapiantare, in campo, le piantine ottenute.

Viene anche praticato l’annoccamento, che consiste in una piegatura del fusto della cipolla, fatto dieciquindici giorni prima della raccolta. Si torce leggermente il fusto e lo si piega verso il basso, per far sì che gli umori succhiati dalle radici nel terreno non salgano alle foglie ma restino tutti nel bulbo, che così ingrossa maggiormente.

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