IGP Lazio

Carciofo Romanesco del Lazio

Il Carciofo Romanesco del lazio è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Lazio.

Caratteristiche

L’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) Carciofo Romanesco del Lazio è riservata al carciofo (Cynara scolymus L.) di tipo romanesco che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione.

Varietà

Le cultivar di Carciofo Romanesco del Lazio da inserire nella piattaforma varietale sono:

CASTELLAMMARE E RELATIVI CLONI
– Pianta: taglia media o grande, altezza inserzione capolino principale intomo ai cm 30, portamento espanso, attitudine pollonifera media;
– Foglia: colore verde scuro, inerme, dimensioni grandi, eterofillia media;
– Capolino Principale: sferico, compatto, con caratteristico foro all’apice, dimensioni grandi, brattee esteme di colore verde con sfiunature violette, ad apice arrotondato, inciso, inermi. Peduncolo medio o lungo di grosso spessore.
– Capolini per pianta: produzione media circa 6-8 capolini per consumo fresco, 5-8 capolini per utilizzazione conserviera.
– Epoca di produzione: precoce con inizio Gennaio.

CAMPAGNANO E RELATIVI CLONI
– Pianta: taglia grande, altezza inserzione capolino principale intomo ai 50 cm, portamento molto espanso, attitudine pollonifera scarsa;
– Foglia: colore verde cinerino, inerme, dimensioni grandi, eterofillia media;
– Capolino principale: sferico, compatto con caratteristico foro all’apice, dimensioni molto grandi, brattee esteme con sfumature violette, ad apice arrotondato, inciso, inermi. Peduncolo medio o lungo, di grosso spessore.
– Capolini per piante: produzione media circa 8-10 capolini per pianta per consumo fresco e 4-5 perutilizzazioneconserviera;
– Epoca di produzione: tardiva, con inizio marzo – aprile.

Coltivazione

Lavorazione principale per la preparazione del terreno avviene ad una profondità di 50-60 cm con aratura o rippatura seguita da una lavorazione superficiale; tale operazione deve essere preceduta dalla distribuzione dei concimi fosfo-potassici ed eventualmente del fertilizzante organico.
Data di impianto: da agosto a ottobre.
Distanza di impianto minima e massima da adottare: m 1-1,60 tra le file, m 0.80-1,20 sulla fila.
Analisi del terreno obbligatorie per nuovi impianti.

AI fine di anticipare il risveglio vegetativo, si possono effettuare interventi irrigui a partire da agosto.
A fine inverno sono consentiti interventi di soccorso solo in concomitanza di condizioni climatiche particolarmente asciutte.

La dicioccatura può essere manuale o meccanica.
AI fine di reintegrare la sostanza organica nel terreno è obbligatorio lasciare i residui colturali sul
terreno previa sminuzzamento e interramento.
Le piante infette da patogeni (verticillium spp., fusarium e nemotodi galligeni) devono essere accuratamente allontanate dal campo e bruciate.
La scarducciatura si effettua solitamente tra la seconda e la terza decade di settembre e tra novembre e dicembre.
Per il carciofo Romanesco del Lazio viene allevato un solo carduccio per pianta.
Sono vietati i trattamenti con fitoregolatori.

La raccolta si effettua a mano, scalarmente e con modalità diversa in relazione al tipo di presentazione al mercato.
L’epoca di raccolta inizia in gennaio e potrà protrarsi fino a maggio.

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