DOP Veneto

Asparago Bianco di Bassano

L’Asparago Bianco di Bassano è una Denominazione di Origine Protetta (DOP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Veneto.

Caratteristiche

La Denominazione di Origine Protetta (DOP) Asparago Bianco di Bassano è riservata ai turioni di asparago (Asparagus officinalis L.) che rispondono alle caratteristiche ed alle condizioni stabilite dal Disciplinare di Produzione.

La Denominazione di Origine Protetta (DOP) Asparago Bianco di Bassano designa i turioni di asparago discendenti dall’ecotipo locale “Comune – o Chiaro – di Bassano”.

I turioni che possono fregiarsi della DOP Asparago Bianco di Bassano devono essere:
– di colore bianco. Una colorazione leggermente rosata ed eventuali lievi tracce di raggine sono ammessi alle brattee ed alla base, purché non si estendano all’apice dei turioni (primi 3 cm) ed a condizione che possano essere eliminate con la pelatura normale da parte del consumatore e, in ogni caso, non devono superare il 10% del prodotto del mazzo.
– ben formati: dritti; interi; con apice serrato; i turioni non devono essere vuoti, né spaccati, né pelati, né spezzati. La bassa fibrosità, caratteristica qualitativa dell’asparago Bianco di Bassano, determina, al momento del confezionamento, un’elevata spaccatura laterale dei turioni per cui sono tollerati lievi spacchi, sopraggiunti dopo la raccolta, al massimo sul 15% del prodotto racchiuso nel mazzo; sono ammessi turioni lievemente incurvati.
teneri; non sono ammessi i turioni con principi di lignificazione d) di aspetto e odore freschi; privi di odore o sapore estraneo
– sani – esenti da attacchi di roditori e di insetti;
– puliti, privi di terra o di qualsiasi altra impurità;
– privi di gocciolatura e sufficientemente asciutti dopo lavaggio e refrigerazione con acqua fredda, esente da additivi chimici.
La sezione praticata alla base deve essere il più possibile netta e perpendicolare all’asse longitudinale.

La calibratura è determinata secondo la lunghezza ed il diametro.
Il diametro centrale dei turioni è quello della sezione presa al centro della lunghezza.
Il diametro centrale minimo, compresa la tolleranza, è fissato in 11 mm.
I turioni devono essere confezionati in maniera tale che in ogni mazzo siano compresi turioni con differenza di diametro medio non superiore a 10 mm.
I mazzi vanno classificati in base al diametro centrale dei turioni che li compongono.

Coltivazione

I terreni devono avere un ph compreso fra 5,5 e 7,5.
È obbligatoria un’analisi dei terreni per ogni nuovo impianto e, in ogni caso, almeno ogni 5 anni per i parametri principali (ph, azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio e sostanza organica).
Ρer i nuovi impianti sono valide le analisi effettuate nel triennio precedente.

La preparazione del terreno va effettuata nell’autunno precedente l’impianto, con un’aratura leggera, ad una profondità inferiore o uguale a 30 cm., seguita eventualmente, da una ripuntatura a 40-50 cm.
Nella realizzazione di nuovi impianti la distanza tra le file non deve risultare inferiore a 1,8 mt per le fine binate e 2 mt per le file singole; la densità massima dovrà comunque essere di 1,8 di piante/metro quadro.
I solchi devono avere una profondità di 15-20 cm.
L’orientamento delle file deve essere preferibilmente da Nord a Sud, secondo l’andamento dei venti dominanti che percorrono la Valsugana, in modo da garantire un buon arieggiamento alla coltura e la diminuzione dei rischi di infezioni fungine e di allettamento delle piante.
II trapianto delle zampe di asparago deve essere eseguito nei mesi di marzo od aprile, per le piantine esso deve avvenire entro il mese di giugno.

Il reimpianto di una asparagiaia sullo stesso terreno può essere effettuato solo dopo 4 anni.
In caso di accertata presenza di fitopatie di tipo radicale (Rizoctonia e Fusarium), il reimpianto può avvenire non prima di 8 anni.
È inoltre vietato far precedere all’impianto dell’asparagiaia le colture della patata, erba medica, carota, trifoglio, barbabietola per possibilità di attacchi di rizoctonia.
È altresì consigliato far precedere all’impianto dell’asparago le colture cerealicole come l’orzo, il grano, il mais.

La riproduzione del materiale vegetativo da utilizzarsi per auto approvvigionamento può essere fatta dagli stessi agricoltori.

È obbligatorio, prima di un nuovo impianto, effettuare un’analisi completa del terreno, da ripetersi, relativamente ai parametri fondamentali (pH, N, P. K, Ca, Mg e sostanza organica) ogni 5 anni; sono valide anche analisi effettuate nel triennio precedente.
In ordine al mantenimento della fertilità dei terreni, si distingue una concimazione pre-impianto e una concimazione per gli anni di produzione.
In pre-impianto è richiesta la distribuzione di letame bovino nella dose di 600 q.li/ha da interrare quando maturo.
L’impiego di altri concimi organici va rapportato al valore di riferimento indicato per il letame bovino.
Per gli anni di produzione la concimazione andrà fatta in funzione dei risultati delle analisi del terreno e delle asportazioni medie della coltura. La provenienza dell’azoto deve essere, per almeno il 50% di natura organica.
La concimazione fosfatica, e parte della concimazione potassica, sarà effettuata in corrispondenza delle lavorazioni autunnali o di fine inverno, mentre la concimazione azotata e la restante potassica sarà effettuata nel periodo post raccolta (non oltre il mese di luglio), frazionandola in più interventi.

Gli interventi devono seguire le indicazioni previste dalla Regione Veneto relativamente alla lotta integrata per l’asparago bianco.
Nella individuazione delle tecniche agronomiche dovranno essere privilegiati i seguenti aspetti:
– utilizzazione di materiale di propagazione sano e resistente alle fitopatie;
– adozione di pratiche agronomiche in grado di creare condizioni sfavorevoli agli organismi dannosi (es. ampie rotazioni, concimazioni equilibrate, irrigazioni localizzate, adeguate lavorazioni del terreno, ecc.).

È consentita la pacciamatura nel periodo di raccolta con film plastico scuro adeguato al contenimento delle malerbe e alla protezione dalla luce, o con altro materiale idoneo a garantire le caratteristiche finali del prodotto.

Gli interventi irrigui si rendono necessari in relazione all’andamento meteorologico stagionale ed alla fase fenologica.

Nel periodo di completo disseccamento della parte aerea si dovrà provvedere allo sfalcio, all’asportazione ed alla bruciatura della stessa, allo spianamento dei cumuli del terreno, a fine raccolta, onde evitare l’esagerato innalzamento dell’apparato radicale della pianta.

Il periodo di raccolta deve essere compreso tra il 1 marzo ed il 15 giugno.
Le produzioni in coltura forzata o protetta (tunnel) possono essere raccolte prima della suddetta data e comunque non prima del 1 febbraio previa autorizzazione dell’organismo di controllo.
La produzione massima consentita in asparagiaia in piena produzione, è pari a 80 q.li/ha.
Il condizionamento del prodotto ed il suo confezionamento devono avvenire all’interno della zona di produzione per assicurare le caratteristiche tipiche, la rintracciabilità e il controllo del prodotto.

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