IGP Sicilia

Arancia Rossa di Sicilia

L’Arancia di Ribera è una Denominazione di Origine Protetta (DOP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Sicilia.

Varietà

La indicazione geografica protetta Arancia Rossa di Sicilia è riservata alle seguenti varietà:
– Tarocco, con le seguenti cultivar: Tarocco Comune, Tarocco Galice, Tarocco Gallo, Tarocco dal Muso, Tarocco Nucellare 57-1E-1, Tarocco Nucellare 61- 1E- 4, Tarocco Catania, Tarocco Scirè.
– Moro, con le seguenti cultivar: Moro Comune, Moro di Lentini, Moro Nucellare 58-8D-1;
– Sanguinello, con le seguenti cultivar: Sanguinello Comune, Sanguinello Moscato, Sanguinello Moscato Nucellare 49-5-3, Sanguinello Moscato Nucellare 49-5-5, Sanguinello Moscato Cuscunà.

Coltivazione

Le condizioni ambientali e di coltura degli aranceti destinati alla produzione dell'””Arancia Rossa di Sicilia”” devono essere quelle tradizionali della zona e comunque atte a conferire, al prodotto che ne deriva, le specifiche caratteristiche di qualità.
I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli in uso generalizzato atti a mantenere un perfetto equilibrio e sviluppo della pianta oltre ad una normale aereazione e soleggiamento della stessa.
La densità di piante per ettaro è normalmente compresa tra 230 e 420 piante per ettaro.
Per gli impianti esistenti e destinati ad esaurimento è ammessa una densità fino ad un massimo di 625 piante per ettaro.

Per i sesti dinamici la densità è compresa tra 600 e 840 piante per ettaro.
Per i nuovi impianti sono ammessi altri sesti su proposta dell’Assessorato per l’Agricoltura della Regione Sicilia, previo parere dell’Istituto Sperimentale per l’agrumicoltura di Acireale, affinché non siano modificate le caratteristiche dei frutti.
I portainnesti idonei sono i seguenti: arancio amaro, citrange troyer, citrange carrizo, poncirus trifoliata, esenti da virosi e dotati di alta stabilità genetica.
L’impalcatura delle branche deve essere effettuata ad almeno 25-30 cm dalla linea di innesto.
Le operazioni colturali e le modalità di raccolta, devono essere quelli generalmente utilizzate, il distacco dei frutti viene effettato con l’ausilio di forbicine di raccolta che operano il taglio del peduncolo.

La produzione unitaria massima consentita di Arancia Rossa di Sicilia è fissata in quintali 250 per ettaro per la varietà “Tarocco”; in quintali 300 per ettaro per la varietà’ “Moro”; in quintali 320-per ettaro per la varietà “Sanguinello”.
Per le selezioni clonali Tarocco Nucellare, Moro Nucellare e Sanguinello Nucellare, la produzione unitaria massima consentita è di quintali 360 per ettaro.
A detti limiti, anche in annate eccezionalmente favorevoli, la resa dovrà essere riportata attraverso una accurata cernita, purché la produzione globale dell’agrumeto non superi di oltre il 30 per cento detti limiti.
È fatto assoluto divieto di praticare la deverdizzazione dei frutti.

Caratteristiche territoriali

L’Arancia Rossa di Sicilia può essere immessa al consumo solo con il logo della Indicazione Geografica Protetta figurante su almeno l’80 % dei frutti e confezionata nel rispetto delle norme generali e metrologiche del commercio ortofrutticolo .

Per le arance di calibro compreso tra il calibro minimo previsto per le singole varietà ed il calibro 10 (60 mm di diametro minimo), destinate all’ottenimento di spremute e succhi, non è prevista la bollinatura sui singoli frutti. In ogni caso sulle confezioni o sugli imballaggi ivi comprese le retine e gli imballaggi similari, deve figurare, in caratteri chiari, indelebili e nettamente distinguibili e da ogni altra scritta la denominazione Arancia Rossa di Sicilia, immediatamente seguita dalla indicazione varietale (Tarocco, Moro o Sanguinello).
Nello spazio immediatamente sottostante deve comparire la menzione “indicazione geografica protetta”.
È vietata l’aggiunta alla indicazione di cui al comma precedente di qualsiasi qualificazione o menzioni diverse da quelle espressamente previste nel presente disciplinare di produzione ivi compresi gli aggettivi: Tipo, Fine, Extra, Superiore, Selezionato, Scelto, e similari.
È altresì vietato utilizzare nomi di varietà diverse da quelle espressamente previste nel presente disciplinare di produzione.
È tuttavia consentito l’utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a nomi o Ragioni sociali o marchi privati, purché non abbiano significato laudativo e non siano tali da trarre in inganno l’acquirente; nonché l’eventuale nome di aziende o di aranceti dai quali effettivamente provengono le arance.
Debbono inoltre comparire gli elementi atti ad individuare nome, ragione sociale ed indirizzo del confezionatore, peso lordo all’origine.
È facoltativa l’indicazione della settimana di raccolta dei frutti.

La coltivazione degli agrumi in Sicilia è antichissima e ne abbiamo notizia fin dal dominio arabo.
In particolare, la zona collinare e la pianura circostante il rilievo vulcanico dell’Etna si è andata caratterizzando e specializzando in una coltivazione del tutto particolare.
Infatti, per effetto delle notevoli escursioni termiche presenti nella zona, si determina negli esperidi un accumulo zuccherino e di pigmenti antociani di notevole rilevanza che conferiscono alle arance un aspetto colorito visibilmente assai piacevole ed al frutto un sapore dolce, caratteristico e di accentuata intensità cromatica dell’epicarpo.
Esistono varietà che nel corso dei secoli hanno acquisito una forte interazione con l’ambiente di coltivazione; esse sono: Sanguinello, Tarocco e Moro.
L’Arancia Rossa di Sicilia rappresenta quindi un evidentissimo esempio di stretto legame dei fattori climatici con le caratteristiche del prodotto. Infatti, le stesse varietà di arancia coltivate in altri climi non presentano il particolare colore e le specifiche caratteristiche organolettiche che le ha rese famose nel mondo.

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