Aglio di Voghiera
L’Aglio di Voghiera è una Denominazione di Origine Protetta (DOP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Emilia Romagna.
Caratteristiche
Ortaggio appartenente alla specie Allium sativum L., ecotipo locale aglio di Voghiera.
Di colore bianco luminoso e uniforme, raramente striato di rosa, il bulbo dell’aglio di Voghiera Dop è di grossa pezzatura e ha una forma rotondeggiante, leggermente appiattita nel punto in cui si inserisce l’apparato radicale.
Formato da una corona di pochi, grandi, spicchi regolari (chiamati bulbilli), uniti e ben compatti tra loro, avvolti da sottili tuniche bianche o striate di rosa, con una tipica curvatura esterna.
La semina avviene dal 15 settembre al 30 novembre, la raccolta dal 10 giugno al 31 luglio.
L’aglio di Voghiera Dop viene commercializzato nelle categorie Extra (calibro minimo 45 mm) e Prima (calibro minimo 40 mm).
Può essere venduto fresco – entro 5 giorni dalla raccolta, semisecco – tra il 6° e il 10° giorno dopo la raccolta, o secco – dall’11° giorno in poi.
La composizione chimica dell’aglio di Voghiera è un perfetto equilibrio tra enzimi, vitamine, sali minerali, flavonoidi e composti solforati.
Storia e curiosità
Le testimonianze archeologiche dell’antica Voghenza confermano il ruolo predominante che questo centro ebbe per il delta padano sino al secolo VII, centro amministrativo imperiale, una sorta di dogana da cui partivano attraverso il Po le merci destinate al nord-est dell’impero, verso gli empori di Adria ed Aquileia, oppure verso sud, con collegamenti endolagunari e stradali col porto di Ravenna.
Al termine dell’esperienza altomedievale furono gli Estensi, signori di Ferrara, a rilanciare il territorio di Voghiera: il demanio estense incentivò le coltivazioni di insalate, erbe e piante aromatiche e aglio.