IGP Emilia Romagna e Veneto

Riso del Delta del Po

Il Riso del Delta del Po è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Emilia Romagna e Veneto.

Caratteristiche

Frutto del riso appartenente al tipo Japonica, gruppo superfino nelle varietà Carnaroli, Volano, Baldo e Arborio.

Il riso del Delta del Po Igp presenta un chicco grande, cristallino, compatto, con un elevato tenore proteico e può essere bianco o integrale. I terreni di coltura sono caratterizzati da una lenta capacità drenante e da salinità elevata; sono, inoltre, dotati di elevata fertilità minerale, in particolare di potassio.
Tali caratteristiche conferiscono al riso aroma e sapidità particolari, maggiore resistenza alla cottura ed elevato tenore proteico del chicco.
Il clima che deriva dalla vicinanza del mare permette di mantenere la pianta più asciutta e più sana, favorisce una crescita costante e l’ottenimento di un seme di riso maturato in modo lento, quindi più resistente alle malattie.

Il riso viene venduto in scatole o sacchetti da 0,5 kg, 1 kg, 2 kg, 5 kg e può essere confezionato anche in sottovuoto o in atmosfera controllata.

Caratteristiche territoriali

Le caratteristiche dei terreni, il clima temperato e la vicinanza del mare, sono i fattori principali che condizionano e caratterizzano la produzione in questo territorio del Riso del Delta del Po.
Il riso trova infatti in questa zona un terreno ideale, essendo l’unica coltivazione possibile in terreni permanentemente semi-sommersi.
I terreni alluvionali del Delta del Po, derivando dai sedimenti terminali del corso del fiume, sono particolarmente fertili in quanto ricchi di minerali, soprattutto di potassio, al punto da rendere inutile l’aggiunta di fertilizzanti potassici.
Inoltre i terreni, pur di differente tessitura, sono caratterizzati da una salinità elevata (E.C. superiori a 1 mS/cm), derivante dalla falda molto alta.

La peculiare ubicazione geografica, limitrofa al mare, determina inoltre un microambiente particolarmente favorevole al riso grazie alla presenza di costanti brezze e conseguentemente, di una minore umidità relativa; da contenute variazioni di temperatura sia in inverno che difficilmente scendono sotto gli 0 °C, sia in estate che negli ultimi trent’anni, non hanno mai superato i 32°C; da una piovosità generalmente ben distribuita nell’arco dei mesi che non raggiunge i 700 mm/anno.
Queste particolari condizioni climatiche limitano la proliferazione di funghi patogeni e la conseguente necessità di tratta- menti anticrittogamici.

Storia e curiosità

Il riso è una delle piante alimentari più antiche, è originario del sud-est asiatico ed è specie di palude.
L’introduzione in Italia sembra sia avvenuta dapprima nel sud ad opera degli Arabi e degli Spagnoli.

La coltivazione del riso nel Delta del Po risale al 1400, anche se la produ­zione estensiva ed organizzata si svi­luppò solo nel XVI secolo, per opera della famiglia degli Estensi, che riusci­rono a sfruttare i terreni acquitrinosi che altrimenti sarebbero rimasti ab­bandonati.

Pochi decenni dopo la diffuzione del riso nella Pianura padana (1450) compaiono le prime documentazioni sulla presenza di coltivazioni in Polesine, in particolare nel territorio del Delta del Po, poiché la coltura del riso era strettamente legata alla bonifica e rappresentava il primo stadio di valorizzazione agraria dei terreni.
La coltura del riso nel Delta del Po continua lungo i secoli: dopo il 1598, fine del periodo estense, in provincia di Ferrara si diffonde su terreni bassi e paludosi, dove si procede con un tipo di bonifica per colmata e non per prosciugamento.
Alla fine del 1700 alcuni patrizi veneziani iniziano con metodi sistematici agrari la coltura del riso nei territori bonificati in provincia di Rovigo; nel 1800 nuovi proprietari borghesi allargano su vasca scala la coltura.

Oggi le risaie del Delta del Po copro­no circa 9.000 ettari di territorio.

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