IGT Abruzzo

Patata del Fucino

La Patata del Fucino è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Abruzzo.

Caratteristiche

La denominazione Patata del Fucino designa i tuberi maturi della specie Solanum tuberosum della famiglia delle Solanacee, ottenuti con tuberi semi di varietà di patate iscritte nel catalogo comune delle varietà di piante agricole. La “Patata del Fucino” deve essere piantata, coltivata e raccolta nell’area geografica delimitata all’interno del bacino dell’ex lago del Fucino.

Devono presentare al consumo le seguenti caratteristiche:
– forma del tubero: dal tondo al tondo-ovale, ovale, ovale allungata;
– calibro: a partire da 35 mm;
– pasta: soda, dal bianco al giallo;
– parte edibile: non inferiore al 95%.

Per il prodotto destinato all’industria di trasformazione non sono previsti limiti di forma e di calibratura.

Coltivazione

La tecnica di coltivazione si basa sulle pratiche tradizionalmente seguite nel territorio.
La Patata del Fucino deve essere prodotta con il metodo della Produzione Integrata o Biologica, facendo riferimento alle “Norme Tecniche di Difesa” che annualmente vengono redatte ed aggiornate dal Servizio Fitosanitario della Regione Abruzzo.

È vietato il ristoppio, la successione con altre solanacaee nonché qualsiasi forma di consociazione.
La patata del Fucino deve essere prodotta tramite l’impiego di tuberi seme certificati secondo la normativa comunitaria.

I terreni destinati alla coltivazione della Patata del Fucino devono essere preparati allo scopo di creare un “buon letto di semina” che faciliterà lo sviluppo dell’apparato radicale, degli stoloni e dei tuberi.
Le lavorazioni vanno effettuate quando il terreno è in tempera per consentire la formazione di una struttura glomerulare che è garanzia di un giusto rapporto acqua-aria.
Per la preparazione del letto di semina in primavera va eseguita un’aratura a profondità non inferiore ai 30-40 cm a cui devono seguire operazioni di affinamento del terreno.

La semina va effettuata da metà Marzo a fine Maggio in relazione alle varie tipologie di terreno e dell’andamento climatico.
Il seme andrà posto a dimora con una distanza tra le file non al di sotto dei 65 cm e fino a 90 cm. Le distanze lungo la fila varieranno tra i 20 ai 35 cm.
È ammessa la pratica della pre-germogliazione.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla rincalzatura per dare al solco una forma convenevole e comunque tale da evitare la fuoriuscita dal suolo dei tuberi e quindi l’inverdimento degli stessi.

La raccolta avrà inizio dal 20 luglio (con le varietà precoci) e si protrarrà fino al 15 novembre, per le varietà a ciclo medio e tardivo.
La raccolta andrà eseguita quando i tuberi hanno raggiunto la loro maturità fisiologica cioè quando la buccia non si lascia staccare dalla polpa per non compromettere le caratteristiche del prodotto (facendo pressione sulla buccia con il pollice).

Dopo la raccolta ed una prima cernita in campo, le patate devono essere trasportate nei centri di condizionamento, per essere immagazzinate in ambienti idonei sia nei riguardi della temperatura che dell’umidità, al fine di mantenere le caratteristiche qualitative.
La conservazione delle patate dovrà avvenire in contenitori (bins), alla temperatura di 4-10 °C ed umidità relativa compresa tra 88 e 95%.
I tuberi possono sostare in frigo anche per lunghi periodi e comunque non oltre i 9 mesi.

Le patate potranno essere commercializzate “tal quale” o a seguito di condizionamento lavate e/o spazzolate.

Caratteristiche territoriali

Le condizioni pedo-climatiche del Fucino posto a 700 m.s.l.m. influenzano le caratteristiche qualitative delle patate tanto che in valutazioni sensoriali eseguite con il metodo del flavour profile su tuberi cotti a vapore o su tuberi fritti (a seconda della destinazione culinaria) al fine di ottenere un profilo aromatico e gustativo, le patate del Fucino messe a confronto con le stesse varietà coltivate in altri areali pataticoli sia italiani che europei (Germania, Francia, Calabria, Emilia Romagna e Lazio), si sono diversificate per l’indice “gusto tipico o bontà del sapore”.

La patata del Fucino, attraverso il panel test eseguito da giudici assaggiatori addestrati docenti dell’AIS (Associazione Italiana Sommeliers) ha mostrato una “ bontà del sapore” o “Sapore di patata” molto pronunciato con una pressoché assenza di retrogusti negativi, (metallo, erba, ecc.).
La bontà del sapore insieme alle caratteristiche strutturali della polpa come consistenza, umidità e granulazione, rendono la patata fucense di elevato pregio qualitativo nonché facilmente identificabile dai consumatori.

Un altro aspetto qualitativo della patata del Fucino è che non presenta il difetto dell’annerimento dopo cottura a vapore (after cooking blackening) dovuto alla reazione tra acido cloro genico e ferro con la formazione di composti melaninici poco apprezzati da parte del consumatore. Anche in questo caso il confronto con patate di altra provenienza ha messo in luce come le patate del Fucino siano le uniche non soggette all’alterazione.

Anche le analisi qualitative confermano l’elevato pregio delle patate del Fucino che associa alla validità dei parametri qualitativi una bontà del sapore tipica e distintiva del pedo-clima di produzione.

Dal 2002 molti produttori del Fucino associati producono patate secondo lo schema di certificazione di “produzione integrata” adottando un disciplinare che riguarda il prodotto esplicitamente indicato come Patata del Fucino a testimonianza dell’utilizzo della denominazione anche nel linguaggio produttivo-commerciale.
L’ampia rappresentatività degli operatori nei tasselli della filiera produttiva, la disponibilità di elevate quantità di prodotto, la specializzazione degli addetti nella coltivazione, la notorietà della bontà delle patate del Fucino, l’ampia gamma di prodotto trasformato (stick di patate prefritte e surgelate, cubetti surgelati, spicchi e tondello di patate prefritte, gnocchi di patate, sformato di patate, etc.), le recenti produzioni di prodotto fresco pelato e tagliato pronto per la cottura, sono tutte testimonianze del forte legame tra il territorio con il “pomo di terra” e rappresentano l’interesse degli operatori a rimanere tra i leader in questo settore.

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