IGP Veneto

Marroni del Monfenera

I Marroni del Monfenera sono una Denominazione di Origine Protetta (DOP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Veneto.

Caratteristiche

L’indicazione geografica protetta (IGP) Marroni del Monfenera è riservata esclusivamente ai frutti allo stato fresco proveniente dall’ecotipo locale di piante della specie Castanea sativa Mill., e che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare.

All’atto dell’immissione al consumo i marroni della I.G.P. “Marroni del Monfenera” devono possedere le seguenti caratteristiche:
– Caratteristiche del seme: Assenza di frammentazioni o divisioni, superficie esterna dei cotiledoni tendenzialmente liscia o leggermente rugosa. È ammessa la presenza di frutti settati in misura non superiore al 25%;
– Caratteristiche della polpa: Colore nocciola molto chiaro tendente al giallo paglierino, uniforme, struttura omogenea e compatta, consistenza pastosa/farinosa, sapore dolce e gradevole;
– Episperma: Colore nocciola, struttura pellicolare fibrosa e resistente, scarsamente compenetrato nel seme e facilmente asportabile;
– Pericarpo: Colore marrone brillante, più o meno uniforme, eventualmente con striature più scure che si sviluppano in senso meridiano, struttura coriacea e resistente, che si separa facilmente dall’episperma. Superficie tomentosa con residui stilari tomentosi (torcia);
– Cicatrice ilare: Forma tendenzialmente ovoidale, colore più chiaro del pericarpo con raggi più o meno evidenti che si sviluppano dal centro verso il bordo. Il bordo è netto e non deborda sulle facce laterali;
– Frutto: Forma prevalentemente ovoidale, con apice poco rilevato. Presenta una faccia laterale tendenzialmente piana e l’altra marcatamente convessa. numero di frutti per kg minore o uguale a 90;
– Riccio: Contiene al massimo n. 3 frutti.

Possono ottenere la IGP i frutti appartenenti alle categoria Extra (calibro del frutto superiore a 3 cm, massimo 4% in peso di frutti con endocarpo colpito da insetti, massimo 3% in peso di frutti presentanti rosura del pericarpo) e alla Categoria I (calibro del frutto compreso tra 2,8 e 3 cm, massimo 6% in peso di frutti con endocarpo colpito da insetti, massimo 5% in peso di frutti presentanti rosura del pericarpo).

Coltivazione

II numero delle piante ad ettaro non deve superare le 140 unità nei vecchi impianti ed arrivare ad un massimo di 180 esemplari nei nuovi impianti.
Le concimazioni possono avvenire sia nei vecchi castagneti che nei nuovi impianti, con concimi sia organici sia organo-minerali; in quest’ultimo caso i rapporti N-P-K variano da 2:1:1 ad 1,6:1:1.
Le letamazioni possono essere eseguite da marzo a luglio, con cadenza biennale utilizzando al massimo 400 q.li ad ettaro di letame maturo.
Propagazione
La propagazione dei Marroni del Monfenera deve avvenire esclusivamente per via agamica, utilizzando la tecnica dell’innesto.
Gli innesti sono effettuati sia su portainnesti provenienti da cedui sia su piante prodotte da seme.
Le marze utilizzate per l’innesto vengono prelevate, durante l’esecuzione della potatura, da piante di Marroni del Monfenera.
Vengono raccolti solo i rami di un anno di età, in buono stato sanitario, con gemme senza ferite e senza costolature. Le marze al momento della raccolta devono avere una lunghezza massima pari a 30 cm.
Le marze vengono poi raggruppate in fasci, inserite in sacchetti di polietilene e conservate in celle frigorifere a temperature variabili tra i 2 e 4°C fino al momento dell’innesto.
Per gli innesti vengono utilizzate solo le parti centrali delle marze dove è presente la gemma.

II ceduo utilizzato per l’innesto deve essere ben conformato, sano, esente da attacchi di cancro, di età non inferiore a due anni e con diametro variabile tra 1 e 3 cm.
I tipi di innesto, che si eseguono su tali diametri, sono lo spacco inglese semplice, il doppio spacco inglese, lo spacco pieno e lo zufolo.
Sono ammessi cedui di età superiore ai 5 anni, e quindi con polloni di diametro compreso tra i 4 e 15 cm.
I tipi di innesto che si eseguono su tali diametri sono lo spacco diametrale e l’innesto a corona.

II castagneto da frutto viene realizzato procedendo con la semina delle castagne ed il successivo innesto.
Questa tipologia prevede le seguenti fasi operative.
La castagna viene prelevata dal riccio: se all’interno del riccio vi sono tre frutti, la scelta delle castagne per la semina deve escludere quelle al centro del riccio. Le castagne devono essere disposte a strati su letti di torba acida all’interno di cassoni di legno dove avviene la germinazione.
I letti di torba vengono nebulizzati con acqua per mantenere un livello di umidità non inferiore al 70% di U.R., al fine di evitare il disseccamento delle castagne.
Durante il periodo invernale i cassoni devono essere tenuti in cantine fresche. La primavera successiva, le castagne, dopo l’emissione della radichetta, vengono poste in buche delle dimensioni di cm 40x40x40, e concimate con deposizione sul fondo di letame maturo.
Durante il primo anno devono essere effettuate le cure colturali, tra le quali il posizionamento di schelters (reti metalliche) per evitare che le cortecce vengano rosicchiate da caprioli e lepri, l’eliminazione delle erbe che andrebbero a soffocare la giovane pianta, la pacciamatura manuale, con l’accortezza di liberare dalle eventuali erbe infestanti la zona del colletto onde evitare attacchi fungini.

La potatura viene effettuata da novembre a marzo e deve interessare tutta la chioma, andando ad eliminare i rami soprannumerari, seccaginosi, mal conformati, con caratteristiche di dominanza nonché tutte quelle parti che evidenziano attacchi da parte del patogeno fungino agente del cancro corticale (Cryphonectria parasitica).
La potatura viene eseguita con la tecnica del tree-climbing, escludendo l’utilizzo di piattaforme, anche in quelle zone dove l’orografia del terreno lo permette, in quanto la chioma deve essere sottoposta ad interventi di taglio anche nelle branche più interne.
Gli interventi devono portare a forme di chioma espansa al massimo per permettere l’utilizzo più efficiente di tutto il biospazio epigeo.
I tagli devono essere eseguiti in modo da permettere una pronta cicatrizzazione da parte delle zone cambiali.
Durante il periodo della potatura si provvede anche a mantenere pulito il castagneto eliminando tutte le piante selvatiche invasive.

La raccolta avviene manualmente dal 15 Settembre al 15 Novembre, esclusivamente dopo la caduta del prodotto a terra.
È ammesso l’utilizzo di macchine aspiratrici e raccoglitrici.

L’operazione di cernita viene effettuata manualmente.
La pulizia e la calibratura vengono effettuate successivamente, utilizzando appositi macchinari.
Curatura
II prodotto che non viene immesso sul mercato entro le 48 ore dalla raccolta subisce il trattamento di curatura.
Tale operazione consiste nell’immergere i Marroni del Monfenera nell’acqua a temperatura ambiente, per un massimo di 9 giorni.
Successivamente i Marroni del Monfenera vengono tolti dall’acqua e asciugati nell’apposita macchina.
Tale fase consente la conservazione del prodotto allo stato fresco per un massimo di 3 mesi.
L’operazione di curatura deve essere svolta entro poche ore dalla raccolta per impedire l’innesco di processi fermentativi, in particolare nelle annate in cui la raccolta avviene in periodi piovosi o in condizioni di temperatura ancora elevate e quindi va svolta all’interno dell’areale di produzione.
Le operazioni di raccolta, cernita, pulizia, calibratura e curatura devono avvenire nella zona geografica delimitata.

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