IGP Campania

Marrone di Roccadaspide

Il Marrone di Roccadaspide è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Campania.

Caratteristiche

L’indicazione geografica protetta Marrone di Roccadaspide designa il frutto ottenuto dagli ecotipi Anserta, Abate e Castagna Rossa riconducibili alla varietà Marrone.

Il prodotto recante la I.G.P. Marrone di Roccadaspide, all’atto dell’immissione al consumo allo stato fresco, deve avere le seguenti caratteristiche:
– forma del frutto: tendenzialmente semisferica, talvolta leggermente ellissoidale;
– pericarpo: di colore castano bruno, tendenzialmente rossastro, con strie scure generalmente poco evidenti;
– episperma: sottile poco approfondito nel seme, tendenzial- mente aderente;
– pezzatura: non più di 85 frutti per kg di prodotto selezionato e/o calibrato;
– seme: bianco latteo, con polpa consistente, di sapore dolce, settato per non più del 5%.

Il prodotto recante la I.G.P. Marrone di Roccadaspide, commercializzato allo stato essiccato (in guscio o sgusciato), deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
– umidità neifruttiinteri: non superiore al 15%;
– il prodotto deve essere immune da infestazione attiva di qualsiasi natura (larve di insetti, muffe, etc.);
– resa in secco con guscio: non superiore al 50% in peso; b) castagne essiccate sgusciate:
– devono essere sane, di colore bianco paglierino e con non più del 20% di difetti (tracce di bacatura, deformazioni, etc.).

L’indicazione geografica protetta Marrone di Roccadaspide è caratterizzato da uno spiccato sapore dolce e da un elevato contenuto di zuccheri.
Tra gli altri aspetti organolettici è da mettere in evidenza una texture croccante e poco farinosa.
Le caratteristiche organolettiche sono verificate da un panel di degustatori individuato dalla struttura di controllo.

Coltivazione

Le condizioni colturali dei castagneti da frutto destinati alla produzione dell’I.G.P. Marrone di Roccadaspide devono essere quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire al prodotto che ne deriva, le specifiche caratteristiche di qualità. Sono, pertanto, esclusi i castagneti da frutto impiantati o convertiti da cedui, ubicati ad un’altitudine inferiore ai 250 metri s.l.m.
I sesti e le distanze di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli in uso generalizzato nella zona, ove sono prevalenti castagneti tradizionali di tipo estensivo, con una densità per ettaro, comunque, non superiore a 130 piante ad ettaro, riferita alla fase di piena produzione.

La tecnica colturale da adottare per gli impianti di castagneto da frutto, fatta salva la tecnica d’impianto che interessa la preparazione della particella da impiantare, i lavori preparatori, quelli complemen- tari e l’eventuale concimazione, è la seguente.
La scelta per i nuovi impianti e per quelli da infittire va rigorosamente eseguita nel rispetto delle indicazioni del disciplinare di produzione. Negli impianti di cui sopra è ammessa la presenza di altre varietà di castagno, oltre al Marrone, ai fini della idonea impollinazione, nella misura massima del 10% delle piante.
Gli impollinatori non concorrono alla produzione della IGP. Nei nuovi impianti le piante vanno distribuite secondo una disposizione geometrica che preveda la costituzione di filari paralleli tra loro.
I sesti d’impianto potranno essere a quadrato, a rettangolo o a quinconce, purché il numero non sia superiore a 130 piante per ettaro.
Tale densità per ettaro va rispettata anche nei lavori di diradamento o infittimento di castagneti da frutto gia’ esistenti.

La forma d’allevamento è del tipo a volume con vaso semi libero.
L’impalcatura è di norma posta a circa 200 cm dal suolo. Per la formazione delle branche sono utilizzate preferibilmente rami anticipati nei mesi estivi/autunnali, evitando in tal modo un accorciamento della branca da fare durante il periodo invernale.
La potatura di produzione deve essere eseguita razionalmente con turni di non oltre 5 anni, in modo da assicurare la migliore qualità del prodotto ed al fine di evitare l’invecchiamento precoce della pianta.
Sulle piante di castagno vecchie e semi abbandonate, su cui abbondano rami vecchi e secchi, si deve effettuare una potatura più intensa, tale da stimolare un ringiovanimento della pianta con la fuoruscita di nuovi rami che entreranno in produzione dopo 2-3 anni.

La superficie dei castagneti da frutto non è lavorata.
Il terreno, essendo molto permeabile, non necessita di particolari opere idrauliche per evitare la stagnazione d’acque meteoriche. Per tali ragioni si utilizza la tecnica della non lavorazione del suolo.
Il manto erboso deve essere tagliato ogni qual volta raggiunge i 30-40 cm. Ciò è fatto generalmente con falciatrici, o con decespugliatori meccanici.
La dove è possibile (assenza di pietre affioranti) si usano le lame rotanti o a martello (trinciatrici) per sminuzzare finemente le erbe infestanti, i ricci e le foglie dell’anno precedente.

La raccolta va effettuata nel periodo autunnale non oltre la prima decade di novembre, con turni di raccolta che non devono superare le due settimane.
La raccolta è effettuata a mano o con macchine raccoglitrici e raccattatrici idonee a sal- vaguardare l’integrità del prodotto.
La produzione unitaria massima annua di frutti è fissata in 3,5 tonnellate ad ettaro di coltura specializzata (4 tonnellate per il prodotto destinato all’essiccazione).
Le operazioni di cernita, di calibratura, di trattamenti del prodotto con la cura e con la disinfestazione, secondo le tecniche già acquisite localmente e, comunque, nel rispetto della normativa vigente, devono essere effettuate nell’ambito del territorio di produzione.

Il prodotto allo stato fresco, trattato con le operazioni indicate al comma precedente, può essere commercializzato fino a tre mesi dalla raccolta.
Le castagne essiccate in guscio sono ottenute attraverso diverse tecniche di essiccazione, tra cui è compresa l’essiccazione su metati o graticci, a fuoco lento e continuo, alimentato da fascine e da legna di qualunque essenza, secondo le tecniche locali tradizionali; e sempre nel rispetto delle specifiche caratteristiche di qualità del prodotto.
Tutte le fasi della produzione e lavorazione del prodotto, con la sola esclusione del confezionamento, sono effettuate nell’intero territorio di produzione e ciò garantisce la tracciabilità e il controllo del prodotto.

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