IGP Veneto

Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese

Il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese è una Denominazione di Origine Protetta (DOP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Veneto.

Caratteristiche

Sono idonee a produrre Fagiolo di Lamon a denominazione di origine protetta i seguenti ecotipi:
– Fagiolo Borlotto “SPAGNOLIT” di Lamon;
– Fagiolo Borlotto “SPAGNOLO” di Lamon;
– Fagiolo Borlotto “CALONEGA” di Lamon;
– Fagiolo Borlotto “CANALINO” di Lamon.
Da accurata indagine è stato stabilito che le quattro varietà succitate hanno le seguenti caratteristiche.

Coltivazione

È opportuno eseguire una accurata preparazione del terreno prima della semina. La buona riuscita della coltura è strettamente dipendente da questa pratica.
L’aratura dovrà essere effettuata preferibilmente entro la fine dell’autunno per favorire ì processi di decomposione della sostanza organica interratale sfruttare l’azione dei geli invernali sulla struttura del terreno. Inoltre il clima primaverile piovoso potrebbe impedire l’ingresso ai campi nel periodo immediatamente precedente la semina.
La profondità dell’aratura dovrà essere di 25-30 cm in terreni sciolti o di medio impasto, 40 cm in terreni pesanti ed argillosi.
Nel caso di terreni molto sabbiosi l’aratura si può effettuare poco prima della semina per evitare una eccessiva perdita di acqua dal suolo per evaporazione che potrebbe determinare difficoltà di germinazione dei semi e di emergenza delle plantule.
Successivamente si potrà procedere con erpicatura e fresatura, queste ultime sono da consigliare in terreni troppo pesanti.
Nel caso della preparazione del letto di semina si può procedere alla sistemazione del terreno, che prevede la realizzazione di una rete di canali e fossi dì scolo per lo smaltimento delle acque in eccesso.

Il seme non deve essere di più di tre anni e prodotto nella zona di Lamon; eventualmente conciato con prodotti consentiti a norma di legge.
È obbligatoria la coltivazione di un solo ecotipo per ogni singolo appezzamento.
La semina è consigliabile farla a postarella con 4-5 semi per posta; la distanza tra le poste deve
mantenersi tra i 40-50 cm, la semina si può effettuare anche a file con distanza sulle file di 7-10 cm. e tra le file di 100-120 cm.
In conclusione si dovrà ottenere una densità di semina di 10-15 semi per metro quadrato.
La profondità di semina va da 3 a 6 cm; le profondità maggiori possono essere attuate per terreni particolarmente asciutti dove in superficie può esserci una quantià d’acqua insufficiente alla germinazione.

Dove è possibile la semina può essere meccanizzata mediante apposite seminatrici pneumatiche di precisione.
È opportuno attuare due sarchiature: una alcuni giorni dopo la semina, un’altra 20-30 giorni dopo la prima.
Per quanto riguarda il tutoraggio, che si effettua fin dai primi stadi di sviluppo e che deve garantire una adeguata aerazione delle piante, si prevede l’utilizzo di pali o canne preferibilmente bloccati all’estremità superiore a dei fili di ferro o di plastica, sostenuti da robusti pali in legno o di cemento, disposti all’estremità dei filari.
Si possono anche unire le canne o i pali di sostegno all’apice prendendoli a tre a tre o a quattro a quattro (sistema a piramide o capannina), che offrono maggiori garanzie di stabilità.
Nelle zone di produzione comunque, è in uso il tutoraggio mediante pali di abete non fissati all’estremità.
Sono ritenuti validi anche sistemi che prevedevano l’uso di spaghi disposti verticalmente che hanno dato buoni risultati e quindi possono anche questi essere presi in considerazione.

È una coltura che si avvantaggia molto dell’irrigazione, quindi sarebbe opportuno praticarla, avendo cura di evitare stress idrici prolungati.
Le irrigazioni diventano indispensabili nei momenti di scarsa piovosità che, in Provincia di Belluno, coincidono con il periodo di ingrossamento dei baccelli.
È preferibile irrigare con sistemi a microportata (es. manichetta forata) al fine di evitare la bagnatura dell’apparato fogliare; è sconsigliato l’utilizzo di acqua stagnante per evitare malattie da funghi e batteri.

Il Fagiolo è una leguminosa in grado di porsi in simbiosi con batteri azotofissatori presenti nel suolo.
La concimazione del fagiolo mira pertanto al mantenimento della fertilità biologica, ovvero al mantenimento della flora microbica presente nel suolo stesso.
Si consigliano analisi chimiche solo dove i terreni non dimostrano intrinseca fertilità.
Importante è la valutazione del contenuto di molibdeno, fattore limitante per il corretto funzionamento dei processi metabolici di azotofissazione.
La concimazione deve prevedere un discreto apporto di sostanza organica, sotto forma di letame ben maturo, o altro concime organico certificato e privo di residui nocivi ed un modesto apporto di fertilizzante chimico; ricordiamo che 100 kg. di fagioli secchi prodotti sottraggono al terreno 0.75 kg di azoto, 0.20 kg di fosforo, 0.60 kg di potassio.
Se riferiti ad ettaron i quantitativi fertilizzanti da utilizzare sono i seguenti: 300 q. di letame bovino o altro concime organico – 50 unità di azoto – 70 unità di fosforo e 70 di potassio.

È opportuno valutare le modalità ed i momenti di intervento in relazione alle informazioni di modelli previsionali sia per i parassiti animali che vegetali, alle informazioni dei bollettini agrometeorologici, all’andamento climatico, alla varietà (o tipi), alla fase fenologica.
È d’obbligo da parte del produttore denunciare l’utilizzo del principio attivo usato con le modalità indicate dal Consorzio.
Si insiste sull’uso di prodotti ecocompatibili ed ove possibile sostituire l’intervento chimico con adeguate pratiche agronomiche.

Per il controllo delle infestanti è importante effettuare, al momento della preparazione del terreno, ripetute fresature ogni 10-15 giorni; è vietato l’uso dei diserbanti.

Si effettua a mano perchè molto spesso la maturazione è scalare. Inizia indicativamente, per la granella fresca, una ventina di giorni dopo l’impollinazione e si può protrarre per circa un mese.
Per quanto riguarda la granella secca si può iniziare quando almeno i 3/4 dei baccelli sono ormai diventati secchi e di colore chiaro.

Al fine di evitare l’infestazione di Tonchio (ACANTHOSCELIDES-OBTECTUS) si deve attuare a scelta uno dei seguenti accorgimenti:
– Conservare il prodotto ad una temperatura compresa tra 0 e 15 gradi;
– Conservare il prodotto sotto zero tenendo presente che se il prodotto è secco si conserva pienamente la capacità germinativa, se invece è fresco questa viene persa;
– Conservare il prodotto sotto vuoto, avendo l’accortezza di conservarlo dopo l’apertura a una temperatura tra 0 e 15 gradi.

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