IGP Abruzzo

Carota dell’Altopiano del Fucino

La Carota dell’Altopiano del Fucino è una Indicazione Geografica Protetta (IGP) presente nell’elenco nazionale approvato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cui requisiti sono regolamentati dal disciplinare di produzione della Regione Abruzzo.

Caratteristiche

Il prodotto deve avere forma cilindrica con punta arrotondata e assenza di peli radicali, colore arancio intenso compreso il colletto, croccantezza della polpa e rottura vitrea.

Varietà

L’IGP Carota dell’Altopiano del Fucino designa le carote delle cultivars della specie “Daucus carota L.” derivanti dalle seguenti varietà: MAESTRO (Vilmorin); PRESTO (Vilmorin); CONCERTO (Vilmorin); NAPOLI (Bejo); NANDOR (Clause); DORDOGNE (SG).
Potranno essere utilizzate anche cultivar riconducibili al gruppo varietale nantese e ai relativi ibridi purché i produttori abbiano dimostrato, attraverso prove sperimentali documentate, la conformità ai parametri qualitativi della Carota dell’Altopiano del Fucino.

Coltivazione

Nella preparazione degli impianti si procede con:
– aratura;
– fresatura per l’affinamento della superficie;
– rullatura per consentire una profondità di semina costante;
– non è consentita la concimazione diretta mediante letamazione onde evitare fenomeni di imbrunimento delle radici a causa della decomposizione della sostanza organica durante il ciclo vegetativo.

La semina è esclusivamente meccanica per garantire uniformità di distribuzione e densità colturale ottimale dei semi. Si provvede a mettere a dimora il seme in interfile di 35-40 cm, mentre sulla fila il seme è distribuito su bande della larghezza di 5 – 7 cm oppure in file binate continue.
Il seme è posto ad una profondità variabile dai 0,5 ai 1,5 cm.
L’avvicendamento o rotazione colturale da osservare obbligatoriamente è minimo di 4 anni.

Eseguite normalmente a macchina, le operazioni colturali si effettuano facendo attenzione a non danneggiare le radici o costipare eccessivamente il terreno nelle interfile.

Le irrigazioni vanno effettuate con modesti ma frequenti volumi di adacquamento che non superano i 400 mc/ha per intervento, il sistema usato è per aspersione.
Nel periodo estivo (luglio, agosto), le irrigazioni, se necessarie, vengono effettuate durante le ore notturne o al massimo nelle prime ore del mattino; tale scelta si rende necessaria per evitare danni alle piante a causa delle elevate temperature e della forte ventosità diurne che caratterizzano l’Altopiano del Fucino.

La raccolta è praticata valutando gli stadi di maturazione più idonei in funzione della destinazione del prodotto e della tipologia di confezionamento.
Il prodotto da destinare alla conservazione dovrà essere raccolto a sviluppo ultimato e non prima del termine previsto per la cultivar.
Inoltre si dovrà tener conto dell’andamento climatico per garantire conservabilità e mantenimento delle caratteristiche qualitative ed organolettiche. Pertanto durante il periodo estivo (luglio, agosto) la raccolta si effettua nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio così da evitare l’esposizione al sole del prodotto.
Appena raccolte, le carote devono essere trasportate, entro quattro ore, nei centri di condizionamento, dove, prima del lavaggio e confezionamento, subiscono un raffreddamento utile a garantire loro il mantenimento delle caratteristiche di croccantezza, colore dell’epidermide e sapore.

Storia e curiosità

La coltivazione delle carote in pieno campo è iniziata, nell’Altopiano del Fucino nel 1950.
I notevoli redditi assicurati dalla coltura hanno destato l’interesse degli agricoltori, che hanno così inserito la carota nella rotazione colturale classica in uso nell’Altopiano del Fucino.
Insieme ai benefici economici, la coltivazione della carota ha determinato un allungamento della rotazione colturale, cosa che ha ridotto notevolmente fenomeni negativi come le proliferazioni di patologie o il fenomeno della stanchezza del terreno che tanti problemi arrecavano alle colture del Fucino.

Il successo raggiunto da tale coltura, che la pone come coltivazione di punta trainante tutto il comparto orticolo dell’Altopiano del Fucino, è individuabile anche nel grado di preferenza e nella notorietà che questa produzione riscontra nei mercati nazionali ed esteri. Una notorietà che induce molti operatori a far uso della denominazione di Origine “”Fucino”” per commercializzare prodotto proveniente da altre aree di produzione.

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